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La macchina da scrivere: una riflessione sul valore del metodo, dall’analogico al digitale

Oggi 23 giugno celebriamo un oggetto che ha segnato una svolta nel modo di comunicare e lavorare: la macchina da scrivere. Il brevetto fu concesso nel 1868 a Christopher Latham Sholes; poi perfezionato con il supporto della Remington.

In seguito, arrivò il computer, il DOS, i floppy giganteschi e quei monitor che sembravano Boeing pronti al decollo. La vita professionale cambiava ritmo e anche il modo di pensare la scrittura e il lavoro.

Insomma, a distanza di oltre 150 anni, questa ricorrenza ci offre lo spunto per riflettere su come siano cambiati gli strumenti, ma non il bisogno – sempre attuale – di precisione, metodo e chiarezza nei processi aziendali.

Nel mondo della consulenza e della trasformazione digitale, siamo abituati a interfacce agili, strumenti integrati, automazioni intelligenti e software ERP come Odoo. Ma è utile fermarsi un momento e guardare da dove siamo partiti. Perché in ogni battuta di quella tastiera meccanica vive una lezione che vale anche oggi.

La macchina da scrivere ha insegnato la concentrazione, la cura, la struttura. E sì, anche quanto può essere liberatorio sentire il "ding" di fine riga.

Scrivere bene prima di scrivere in fretta: un principio ancora valido

Chiunque abbia mai usato una macchina da scrivere lo sa: ogni tasto premuto è una decisione definitiva. Niente “Ctrl+Z”, nessun autosalvataggio. 

La macchina da scrivere imponeva un approccio disciplinato alla scrittura: serviva rigore, attenzione, struttura mentale. Ogni errore richiedeva attenzione; ogni pagina era frutto di progettazione, non di improvvisazione: andava pensata prima di essere scritta. In ambito organizzativo, questo si traduceva in una cultura operativa basata sulla cura e sulla struttura dei processi.

Nel contesto contemporaneo, in cui si privilegia la velocità e l’accesso immediato alle informazioni, quei principi non sono obsoleti: sono diventati un elemento strategico per chi vuole innovare in modo sostenibile.

Nel mondo digitale, dominato dalla velocità, questa lentezza intenzionale può diventare una strategia. Nella consulenza aziendale, aiutiamo le imprese a fare proprio questo: rallentare per osservare, progettare con metodo, integrare con lucidità. Ed è qui che entrano in gioco strumenti potenti e flessibili come Odoo.

Dalla tastiera meccanica all’ERP integrato

La macchina da scrivere, negli anni, ha lasciato il posto ai word processor, poi agli strumenti collaborativi in cloud e ai sistemi ERP integrati. Il passaggio non è stato solo tecnologico, ma anche culturale, rivoluzionando il modo di gestire la conoscenza e le attività d’impresa.

In questo scenario, soluzioni come Odoo rappresentano la sintesi più evoluta: un ambiente modulare, flessibile, accessibile e scalabile, che consente di connettere tutte le aree aziendali – dalla contabilità alla logistica, dal CRM alla gestione documentale – in un’unica piattaforma coerente. Ma perché la trasformazione sia efficace, occorre affrontarla con metodo.

TShaped, partner Odoo, accompagna le aziende in un percorso di evoluzione digitale dove il cambiamento è sostenibile e integrato. Dall’area contabile alla supply chain, dalla gestione documentale al CRM: ogni componente del business dialoga, connesso in modo intelligente.

E come accadeva davanti a una macchina da scrivere, anche oggi il nostro compito è aiutare le imprese a dare forma alle proprie idee con chiarezza, coerenza e visione.

Integrare tradizione e innovazione: un principio di continuità

Ricordare oggi la macchina da scrivere non significa guardare al passato con nostalgia, ma riconoscere che ogni innovazione trova forza nelle radici. Quelle radici fatte di disciplina, cura e visione sistemica.

Tecnologia, consulenza, competenze trasversali: oggi l’impresa ha nuove sfide. Ma il principio non cambia: scrivere bene la propria storia aziendale richiede strumenti adeguati, e qualcuno in grado di aiutarti a usarli davvero.

Conclusioni

La macchina da scrivere ci ricorda che ogni progresso tecnologico funziona davvero solo se si innesta su basi solide. Oggi più che mai, innovare significa integrare: strumenti nuovi, ma anche visioni organizzative capaci di connettere efficienza, qualità e valore umano. Nel mondo della consulenza aziendale, oggi come allora, la chiave sta nell’adattarsi senza dimenticare da dove si è partiti.

La macchina da scrivere: una riflessione sul valore del metodo, dall’analogico al digitale
Claudia Savanelli 23 giugno 2025
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